Residenza per 160 nuclei familiari provenienti da quasi una trentina di diversi paesi del mondo. Spazi comuni e sociali che ospitano laboratori di ogni tipo, dalla falegnameria alla sartoria passando per il restauro di oggetti antichi e di arte sacra. E ancora, un barbiere e perfino la redazione di un giornale, "Scomodo", gestita da soli giovani.
Tutto questo è Spin Time di via Santa Croce in Gerusalemme, a Roma, edificio ex Inpdap, poi passato nel patrimonio dell’Inps, rimasto vuoto nel 2008 e occupato nel 2013. "A noi piace definirlo un cantiere di rigenerazione umana. Tutto quello che fuori dicono che non si può fare, cioè abitare tra diversi in situazioni diverse, qui diventa possibile", spiega il presidente dell’associazione, Paolo Perrini. Ma ora, con l’approvazione del cosiddetto "decreto rave" da parte del governo Meloni, la cui effettiva portata applicativa è ancora oggetto di dibattito, gli occupanti temono che lo sgombero che da tempo minaccia la struttura diventi presto realtà.
"Siccome questo governo non può colpire gli interessi dei potenti, l’unica cosa che riuscirà a fare è quella di colpire i poveri", attacca Perrini. Per questo gli occupanti si sono rivolti al Comune di Roma e alla Regione Lazio, chiedendo l’apertura di un tavolo straordinario che metta il luogo al riparo dalla chiusura.
La storia di questa occupazione è stata raccontata in un film da Sabina Guzzanti. L’edificio, inoltre, era finito sotto i riflettori nel 2019, quando l’elemosiniere di Papa Francesco, Konrad Krajewski, aveva tolto i sigilli al contatore, restituendo la corrente elettrica alle famiglie rimaste al buio.