Con <em>The Fabelmans</em>, il dramma autobiografico ispirato alla sua infanzia e giovinezza, Steven Spielberg ha vinto l’ottavo Golden Globe della sua carriera. "Mi nascondo da questa storia da quando avevo 17 anni. Ho messo molte cose sulla mia strada, anche se l’ho raccontata a tratti nel corso della mia carriera", ha detto il regista che ritrae nostalgicamente i primi anni della sua vita che hanno segnato il futuro del suo lavoro artistico. "Credo che tutto quello che ho fatto fino a questo momento mi abbia preparato a essere finalmente onesto sul fatto che non è facile essere un ragazzo, sul fatto che tutti mi vedono come una storia di successo, ma nessuno sa veramente chi siamo finché non siamo abbastanza coraggiosi da dire a tutti chi siamo", ha aggiunto.
<em>The Fabelmans</em> è una rassegna molto personale che parte dal 1952 e racconta i passaggi che hanno condizionato il rapporto del regista con l’arte, come la relazione con la sua caotica famiglia, i suoi spostamenti negli Stati dell’Arizona e della California o gli episodi di antisemitismo subiti in gioventù. Il film rivela come il cinema diventi per il giovane il modo migliore per domare le sue paure e guarire le sue ferite, anticipando la traiettoria che il regista di successo ha iniziato a ritagliarsi.