Italian Politics di Francesca Schianchi: “Urne vuote e punti patente”

“Cosa faremo quando si recheranno alle urne solo i candidati?”. La domanda viene dal filosofo Massimo Cacciari, in un’intervista oggi sulla Stampa. Un’iperbole, va bene, ma che mette a fuoco il principale problema di queste elezioni regionali. 40 per cento di votanti in media tra Lazio e Lombardia, sei elettori su dieci hanno preferito non partecipare. Una tendenza già vista pochi mesi fa, alle Politiche, quando col 63,9 per cento di votanti si è toccato il record negativo per quel tipo di elezioni. E prima ancora, alle Amministrative del 2021, quando nelle grandi città votò circa il 50 per cento degli aventi diritto. Si vota sempre meno, lo ha registrato l’ultimo rapporto Censis, che ha spiegato come “per porzioni crescenti dei ceti popolari e della classe media il tradizionale intreccio lineare lavoro-benessere economico-democrazia non funziona più”. Secondo Cacciari, il fenomeno è stato di tale portata “da porre un problema di legittimità del voto, non legittimità formale, ma politica sostanziale”. E gli eletti dovrebbero adoperarsi perché questo scollamento tra domanda e offerta politica non capiti più. Un rinnovato interesse degli elettori, predica, potrebbe svegliarsi solo attraverso una proposta politica “appetibile e viva”, dice, quello che oggi, dice, “chiaramente non c’è”. Il problema è di tutta la politica, dei vincitori come degli sconfitti: un paio di giorni fa, ospite a Metropolis, il deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone proponeva di intervenire con degli incentivi al voto. “Il voto è un diritto-dovere, con una battuta dico che bisognerebbe togliere i punti della patente a chi non va a votare”: una battuta, spiega, ma l’idea di ragionare con l’opposizione per introdurre degli incentivi al voto, in qualche modo imporre l’obbligo recarsi alle urne, fatta salva naturalmente la legittima possibilità di annullare la scheda o non ritirarla, è una proposta che fa seriamente. Il punto è che, finora, le forze politiche si sono interrogate sull’astensione giusto il tempo di metabolizzare i risultati, poi il tema è scomparso dalle agende. Forse è il momento di porsi il problema in modo più stringente. Prima che, come dice Cacciari, si presentino alle urne solo i candidati.Di Francesca Schianchi